26 October 2005

MADE vs DonkeyKong


Romani scappate, il gorilla ve dichiara "guera"!!!!!
Scherzi a parte, Melo ti meriti un caloroso applauso per le foto scattate in quei giorni!!! stanno facendo il giro della facoltà.... continua così...stay tuned!!!!

Renzo Piano a Roma_parco della musica.

MAchecefrega.....



E dopo la conferenza di Toyo Ito, visto che eravamo vicini, che fare? Tutti a visitare l'auditorium dell'architetto genovese, che realizza progetti in tutto il mondo e qualche volta anche nel bel paese. Provate a visitare il sito del RENZO PIANO BUILDING WORKSHOP per provare a contare le opere realizzate e in fase di progetto....ok, io e Melo prendiamo la macchina, gli altri a piedi, nn perchè siamo sfaticati, ma era solo per avvicinare l'auto all'auditorium( seee...). Ci ritroviamo nel bel mezzo di una conferenza della FIAP, federazione italiana agenti immobilari professionisti...la conferenza è appena finita anche lì e noi allora da buon intenditori cerchiamo di intrufolarci...tanto chi te controlla??? aspè....parte il buon vecchio Massi, si intorta una segretaria e poi a seguire un usciere che sembra appena uscito dai film di Sordi, ma ci mandano dall'altra parte...lì ci riproviamo...ma veniamo fermati da baldi giovani che nn ne vogliono sapere del nostro:" siamo studenti di architettura, vorremo vedere l'interno dell'auditorium"....ci rimbalzano alla fine ad un bancone con una tipa che ci dice che nn si può entrare perchè stavano per iniziare le prove dello spettacolo...vabbè...proprio ora...manco li fanno uscire gli altri che cè a ruota un'intera orchestra che freme???? mah..."Ragazzi, se vi interessa cè il museo archeologico sualla casa romana trovata durante il cantiere dell'auditorium"....si...a noi frega un ***zo...però la tipa e gentile e ci andiamo...

A Roma si sa, scavi qualche metro e trovi resti romani...così è stato per questo progetto...è stata rinvenuta una villa romana del VI secolo a.c., da lì si è deciso di modificare il progetto iniziale, aumentando l'angolo tra gli assi delle tre sale concerto, per icludere il museo che ospita le rovine trovate sul cantiere. ah si...il progetto di Renzo Piano è costituito da tre sale che hanno una loro caratteristica propria. Queste casse armoniche sono strutturalmente separate per favorire l'isolamento acustico...sembrano tre grandi mouse, o calabroni egizi staccati dal terreno...L'auditorium è un intervento urbano complesso, ma ricco e intenso, tramite il quale si è realizzata una città della musica a Roma....è bello si...ma se nn riusciamo a entrare ci perdiamo il meglio....cavolo....Quest'estate ho visitato quello di Ghery, e mi sarebbe piaciuto vedere questo di Piano e determinare il vincitore tra i due....Vabbè...Non potendolo apprezzare appieno, proseguiamo per una salita che porta dietro ai tre calabroni...Saliamo su per le scale antincendio e qui possiamo fotografare il dettaglio della struttura in legno lamellare del guscio esterno, chiamata "ricciolo". Dietro all'auditorium vi è un parchetto, molto carino , forse perchè nuovo, dove i bambini del quartiere possono giocare tranquilli lontani dal traffico e immersi nel verde...io e ele ci riposiamo un attimo su una panchina, mentre massi tenta di lavarci con l'acqua della fontanella...

Una struttura del genere non poteva essere costruita nel denso centro storico di Roma. Il luogo scelto per l'edificazione dell'auditorium è situato nella leggera pianura che si estende tra le rive del Tevere e la collina dei Parioli, tra il villaggio olimpico ( no Pier, nn il tuo a Torino) costruito per i giochi del 1960 e il Palazzetto dello Sport e lo Stadio Flaminio progettati da Pier Luigi NERVI. Il sito così decentrato presenta il vantaggio di poter accogliere e gestire con facilità un grande afflusso di pubblico ( grazie alle vicine infrastrutture preesistenti), ma anche quello di occupare uno spazio che ha rappresenatto per lungo tempo una sorta di frattura artificiale, un "buco" nel tessuto cittadino. La città della musica diventa così un nuovo elemento urbano, con un parco di 30000 mq dove sono stati piantati 400 alberi. Piano lavora spesso interagendo con la natura del sito e il dettaglio e la leggerezza fanno di lui il nostro orgoglio nazionale. Provate a guardare le opere di Piano, oltre al maniacale studio dell'esecutivo, del particolare studiato fino al bullone, le sue architetture sono leggere, i piani si staccano l'uno dall'altro e acquistano un nuovo elemento, l'aria insieme alla luce diventano materiale.

Se volete visitarlo: fermata della metro in piazza del Popolo, poi bus direzione Via Guido Reni.

L'unica cosa che ci rimane da fare sono le foto ricordo sulle gradonate. Stavolta nn siamo riusciti ad entrare, in compenso ci siamo scofanati l'impossibile al ristorante dell'auditorium, torta sucker compresa, che era dai tempi di Vienna che nn la magnavo...Gnammm!!!

all photos MADE by CARMELO_

21 October 2005

MADEinJAPAN.




Roma_15 ottobre 2005
Conferenza “ Post-Sendai Mediateque” _Toyo Ito in Italia.


Andare per la prima volta a Roma e trovare il mio architetto preferito, il maestro giapponese Toyo Ito.
La conferenza si svolge al Maxxi il Museo nazionale delle arti del XXI secolo, in via Guido Reni 2, attualmente in fase di ampliamento con il cantiere di Zaha Hadid. Partiamo con Massi da casa sua, direzione zona Auditorium prendendo la metro. Scendiamo in piazza del Popolo, famosa per le feste per la sera di S.Silvestro e poi tram, fino al palazzetto dello sport di Nervi. Arriviamo davanti al Maxxi puntuali, Melo ci aspetta da un pò con la sua fida digitale. Cè già un po’ di gente davanti ai cancelli, nn fanno ancora entrare, ma ..toh guarda…cè una facia conosciuta…è Gili, l’assistente di Apo al primo anno di laboratorio ( quando insieme a lui c’era anche il grande Truciolo)…ne è passato di tempo…si ricorda ancora di noi made( Massi, dADe, Elena). Aspettiamo un po’, massi riconosce tra la folla la figlia di fucsia….
e dalla strada vicina chi ti arriva? Toyo Ito in persona con un altro gruppetto tra cui un japu. Che emozione, è proprio lui….ok, una volta entrato il maestro possiamo entrare noi piccoli mortali. Passiamo il primo cancello, il primo step è superato. Cè però un problema, se nn hai la prenotazione nn entri… COSA???? Ma noi arriviamo da Torino ( si vabbè siamo venuti a Roma anche per vedere altro…). Hanno adibito una sala cinema vicino per vedere la conferenza su schermo…si vabbè…ma così sembra di stare a casa e vederlo in tv…eh no…dall’altra parte cè Apo, che è riuscito ad entrare perché ha i suoi ganci….gli facciamo cenno ma ci fa capire che nn può fare nulla….allora qui scatta il genio di massi:” diciamo alla tipa che siamo fotografi del Poli di Torino e dobbiamo fare un servizio!”…ok…la tipa ci casca…almeno sembra…e passiamo il secondo cancello… grazie alla macchina fotografica professionale di melo…siamo nel cortile del Maxxi, dove hanno montato uno schermo a led in cui nn si vede un’emerita mazza…. cavolo…. cerchiamo di passare l’ultimo step, ma la tipa stavolta nn ci casca:”eh no ragazzi, per le foto ne passa solo uno di voi!”… così entra il mitico melo, ufficialmente nominato fotografo professionista da quel momento... la conferenza ha come titolo Post-Sendai Mediateque, il titolo sta ad indicare il tema della giornata, cioè si parla dei nuovi progetti di Toyo Ito dopo la Mediateque… L’architetto, a differenza di altri, è diventato famoso dopo questo progetto e ha investito tantissimo in ricerca con al R maiuscola, nuove geometrie, nuovi materiali e nuove soluzioni strutturali e tecnologiche fanno di Toyo Ito l’architetto del momento… La conferenza è interessante, Ito parla in giapponese e viene tradotto dal japu visto prima in italiano. E’ interessante vedere il materiale inedito dei progetti che seguo sulle riviste da quando abbiamo fatto il laboratorio di *occo, tre anni fa, con il mitico progetto di Torreveja. Le immagini scorrono intervallate dai commenti del simpatico Ito: render, modellini , filmati, diagrammi, concept e immagini dei cantieri.
Tutto è fantastico, i progetti uno più bello dell’altro. Ito ci fa sorridere diverse volte, con la sua naturale serenità nel parlare, come quando parla del parco di Torreveja. Il progetto composto da tre elementi organici a forma di conchiglia, è completo solo per un terzo, cioè il denaro stimato per l’intero parco basta a malapena per uno solo dei tre padiglioni….ora stanno cercando i fondi per realizzare gli altri due…ma se Ito nn avesse spinto la committenza fin dall’inizio, ora nn avremmo il suo capolavoro di tecnica e struttura.
La conferenza si conclude con le domande, io e massi ci guardiamo in faccia:” ci imbuchiamo?”..ok, passiamo da dietro, entriamo nella mostra di Toyo Ito intitolata 1 to 200, the process in architecture, passiamo oltre una mostra di Paolo Soleri (magnifica, la descrizione in un’altra puntata) e arriviamo all’ultimo step che ci divide da Ito, una porta sorvegliata da due belle fanciulle…una ci manda di casa, l’altra capisce la situazione e intenerita da massi:” dai ci lasci entrare, ormai sta finendo, l’aula si è svuotata” ci lascia passare. Siamo dentro!!!!!!finalmente!!!ritroviamo melo e apo che stanno scattando le foto a Ito, a pochi metri da lui mentre il maestro finisce di rispondere alle ultime domande….melo quel giorno farà 440 e passa foto….ok, è tempo di martellare Ito per l’autografo sulla monografia…lascia la stanza per fare un giro fuori…noi ci facciamo qualche foto dietro di lui…poi gli fanno un ‘intervista con tanto di videocamera professionale e microfono, visita la mostra e poi ritorna nell’aula della conferenza…il tutto nel giro di un’ora…e noi sempre dietro a seguirlo…arriviamo e pronti a scassarvi dal ridere…scena fantozziana, becchiamo Apo che si mangia i pasticcini di Ito ( tanto lui nn ne mangerà neanke uno). Ok, sono in fila per l’autografo…per l’emozione compio un gaff..invece di chiedere a Ito se poteva scrivermi in giapponese la dedica, gli chiedo se lui riesce a scrivere in giapponese….mi guarda e si scassa dal ridere…troppo simpatico…veramente…finalmente ho il suo autografo sul mio libro monografico della mediateca di Sendai!!!!…..lasciamo Ito andare via ma finalmente ho incontrato e parlato con lui…mai avrei immaginato di riuscirci….pensare che ha lo studio a Tokyo…e lo becco la prima volta che viene in Italia….a Roma….the world is so little!!

20 October 2005

Sabato sera dal Podista.



Trovarsi a Roma tutti insieme a cena in una tipica trattoria per un totale di 20 persone: 3 romani e gli altri provenienti dal resto d’Italia….tra cui Torino e Calabria….

Apo, direttrice del *axxi, Elisa, Vito, Isabella, Carmelo, Elena, Angela, Alberto, Stella, Daniele, Silvio, Marco, Massimiliano, Vale ( Burlani), amiche di vale……GRAZIE PER LA FANTASTICA SERATA ROMANA!!!!!

MADEchèAò!



_Trasferta a Roma.


Scusate la pausa del diario californiano, presto riprenderà con la puntata su Culver City. Mi concedo di prendere una pausa temporale, per descrivere i giorni passati a Roma tra il 13 e il 16 ottobre 2005.

Tutto è cominciato quando un componente Made inizia a lavorare in un famoso studio di architettura a Roma: “ dai ragazzi, venite a trovarmi!”, questo ancora prima di andare in California, si parla infatti dell’estate di quest’anno…da ritardatario che sono mi decido di partire alla volta di Roma solo ora, viaggio organizzato da *lena e *tella ( compagne di avventure).

Scopo del viaggio: visitare lo studio Fucsia( eh eh), conferenza di Toyo Ito, mostra di Paolo Soleri e visita della capitale ( ah, si , andare a trovare *assimiliano no?).



_Na passeggiata de salute!



Giovedi13ottobre_Tralascio la descrizione della giornata turistica per arrivare al succo. La serata inizia con cena da massi, con *armelo e *lena ( più conoscenza dei mitici coinquilini del nostro amico Made)…Sms in arrivo da stella: ci becchiamo stase?
Ok, dopo una pasta all’amatriciana una passeggiata ci vuole proprio. Incontro alla Coin, landamark di riferimento e punto di incontro per i giovani Romani, in zona S.Giovanni in Laterano….Qui facciamo conoscenza con il fautore di tutto ciò, Daniele, amico di *tella. Romano de roma, occhi azzurri e capelli lunghi, esordisce con :” Ragà, stasera ve porto a vedè l’ottava meraviglia der monno”….”cè solo un problema, bisogna scavalcare!”. Noi ci guardiamo attoniti l’un l’altro e io pensieroso nn dico niente, pensando a *assi e *armelo che nn volevano fare tardi perché il giorno dopo avrebbero lavorato. Loro accettano e io che faccio? Ma seguo a ruota naturally.
Si parte, e tra una via e l’altra la macchina, caricata con 6 persone, con *lena che ormai faceva parte del tettuccio, parcheggia vicino ad un paninaro. Scendiamo e spavaldi scherziamo tra noi ancora inconsapevoli della scalata che ci avrebbe aspettato. Daniele ci fa notare che il muro è dietro di noi, un muro di mattoni alto almeno tre metri e mezzo, assolutamente privo di appigli. Lui parte, piede sinistro su un cestino della monnezza, piede destro tra una fessura nel muro, e poi uno due , sforzando con le braccia su in cima, arriva dall’altra parte….si ma dove???cosa cè lassù? E poi …nn cè un’altra via per arrivarci?? O meglio, :”cazzo anche noi dobbiamo scavalcare questo Everest?”. Daniele ha i modi di fare giusti, adatti alla situazione, in questi casi l’esperto deve calmare il resto della crew, e lui lo fa bene. Ci convince che è più semplice di quel che sembri e poi cala giù una scala a pioli…cavolo, è organizzatissimo…allora la sequenza è : *tella, *lena, *assimiliano e *armelo…e io? L’ultimo da qui in poi, per mia sfortuna, ma fiero di esserlo stato. Infatti il primo e l’ultimo a scavalcare sono quelli che si fanno il mazzo maggiore…tutti e due devono scavalcare senza scala….allora la prendo e con fatica la passo su agli altri e poi, nn so neanche io come, arrivo su tutto da solo…ok, sono carichissimo, allora dove siamo???ma nn si vede niente…a meno che..aspetta…si vedono dei ruderi…la notte nn ci si può entrare….zona circo massimo…ma sono i Fori IMPERIALI…azz, siamo entrati a sgamo nei fori…avemo sforato i fori….ok, calma e cold blood, seguiamo Daniele o ci perdiamo….così ci ritroviamo a camminare per i ruderi mastodontici dei fori, senza sapere dove sarebbe stata la vera sorpresa….L’erba è alta , altissima e bagnata.. quindi si scivola parecchio…proseguendo arriviamo ad un altro ostacolo, un cancello e una rete…di nuovo stessa sequenza di prima ma senza la scala, facendo attenzione a nn scivolare e al filo di ferro che spunta dai bordi del cancello, ovviamente chiuso con un lucchetto. L’avventura inizia a farsi sempre più interessante…anche l’architettura cambia avvicinandoci alla meta, si fa sempre più fitta e iniziano a vedersi fontane, scale e vegetazione curata…Questi luoghi sono infatti aperti al pubblico durante il giorno, ma rigorosamente chiusi la notte…ma se ci beccano i custodi?”Giochiamo a nascondino tra gli alberi, tanto i due custodi hanno così scazzo che neanche ti rincorrono”risponde Daniele. Ok, abbiamo tempo per qualche foto dove cè qualche lampada che ce lo permette, grazie alla canon super professional di melo…
Passiamo davanti ad un portone di legno ben illuminato, a cui dobbiamo fare molta attenzione causa guardiano dietro di esso. Si sale ancora un po’ e si scavalca l’ennesimo cancello….ed ecco finalmente la meta…un belvedere che permette la vista contemporaneamente a tutti i fori imperiali sottostanti e ad una splendida visuale di 180 gradi sulla Roma notturna, dall’altare della patria al Colosseo. UAU, che roba…ne valeva la pena…Melo parte a fare un servizio fotografico a questo panorama, intanto noi ci godiamo il silenzio dall’alto dei fori osservando il caos sublime che avvolge una Roma ormai dormiente come una calda coperta. Qui fantastichiamo sul futuro, su ciò che vorremmo fare una volta laureati, e su altre mille fantasie, sino a quando il freddo nn ci obbliga a ritirarci…Tappa con visuale sul circo massimo sulla strada del ritorno, ed ennesimi cancelli e reti da scavalcare. Io mi concedo di imitare uno dei miei attori preferiti, Alberto Sordi, che nel film Il marchese del Grillo, omaggia le rovine della Roma imperiale (oh, ci voleva, e poi con quel freddo….ce semo capiti no?). Ok, arriviamo al fatidico primo muro, l’everest, che ormai si è popolato di giovani che mangiano i panini del paninaro e che ci guardano stupiti mentre scavalchiamo il muro. Io mi ritrovo di nuovo ultimo e quindi devo fare senza scala…piano , piano, ecco..così…via…atterro in piedi al di là del muro. Sono contento di essere sano salvo, nn solo io ma anche tutti i miei compagni scalatori. Questo muro ci è servito o ci servirà a capire che nella vita l’impossibile e nulla…insomma, se uno si impegna a voler fare qualcosa, fino in fondo, ce la farà sicuramente. Quella sera noi tutti volevamo scavalcare quel muro, forse curiosi di vedere cosa ci fosse stato al di là di esso, o solo perché quel gesto ci avrebbe fatto ritornare a quando da più piccoli, le incoscienze erano all’ordine del giorno.

Per tutti quelli che volessero visitare i fori imperiali durante la notte, abbiamo scattato una foto del fantomatico muro…sta a voi trovarlo…basta rileggere la puntata per ottenere indizi preziosi….
Ah belli!!!!!!

12 October 2005

Now you can translate in english my blog.

Dear visitor, if you want to know about my tour in california, you can copy the italian text below and paste it in this site for free english translation:

http://www.freetranslation.com/


it's very easy!!!!

08 October 2005

PS2 pattern.

Vi ricordate da piccini quando schiacciavamo le "bollicine" di plastica? here you are


Free your mind.

Girovagando in internet si trovano idee veramente interessanti. Che ne pensate?

copyright © 2004 frederick samuel

07 October 2005

Il Concept prima di tutto.

A volte basta una semplice idea per far nascere qualcosa di innovativo, guardate un pò:






03 October 2005

Auguri dottoresse!!!!


ci sono altri due architetti tra noi: Laura e Stefania, auguri!!!!



Happy Birthday Ale Carli!!

evito di raccontare la serata da ubriaconi devasta locali che abbiamo passato....

NO COMMENT, parla da sè la foto....


13_08 Disney Concert Hall





Notizie meteo: Dato che Los Angeles si trova a metà tra il deserto ( a est) e l’oceano ( a ovest) il clima durante il giorno è abbastanza bizzarro. Infatti la mattina ci alziamo e troviamo praticamente sempre un cielo uggioso, quasi come se stesse per piovere, abbastanza freschetto. A mezzogiorno poi il cielo si apre ed esce un sole che spacca, con giornate veramente calde specialmente se si va a Downtown, dove il vetro delle facciate dei grattacieli che riflette il sole e il cemento armato regnano sovrani….innalzando precipitosamente i gradi fahrenheit.

E noi cosa decidiamo di fare stamattina????
Andare lì ovviamente…


Ok, colazionati e armati di foto e video camere partiamo in direzione est prendendo la 10. Io da bravo co-pilota decido che la prima cosa da vedere è il disney concert hall di Gehry, ma nn voglio passare per i sobborghi di downtown perché sono un po’ pericolosi…però alla fine ci ritroviamo proprio nella downtown very danger…ma alla fine, basta nn scendere dalla macchina e tenere le portiere chiuse… gli abitanti della zona sono per lo più barboni e ubriaconi, ma nn danno fastidio, conducono la loro vita tranquilla sui marciapiedi ai bordi delle strade, mentre in mezzo passano i macchinoni degli americani che se le possono permettere….
Girovaghiamo un po’ in giro per cercare il parcheggio rigorosamente nn a pagamento, nn perché siamo ragni ( nooo….) ma perché ci mancano sempre i fottutissimi quarti di dollaro per la macchinetta del parcheggio…In america infatti, ormai i parcheggi sono tutti a pagamento…metti le monetine nell’aggeggio e parte un conto alla rovescia, quando scade il tempo, il display diventa di colore rosso, come per avvertire all’addetto delle multe:” ehi guarda, qua cè un fesso da silurare con la multa!!!!!).
Troviamo parcheggio un po’ lontano, ma siamo giovani e prestanti no, quindi gambe in spalla e via.


Arriviamo quindi all’auditorium, però nn capiamo dove si entri…siamo dalla parte sbagliata, sul retro….ahhh…intanto, mentre che aspettiamo dag che aveva dimenticato le pile di riserva in macchina, facciamo conoscenza con degli italiani, milanesi un po’ bauscia, a cui io mi scollo perché sono più interessato a fotografare i dettagli dell’opera di gehry…infatti, come ci diceva Truciolo, finalmente qui il dettaglio è curato, la facciata, fatta di lastre di metallo curvate, è pulita e senza problemi di montaggio…tutto funziona e sta su bene…a parte che ci hanno detto che gehry ha dovuto cambiare dei pannelli che riflettevano troppo e che davano fastidio ai grattacieli vicini…vabbè…cito dal libro: “ Gehry, architettura + sviluppo”: Mi piacerebbe usare il marmo bianco e l’acciaio inossidabili, ma nn vogliamo utilizzare il metallo come a Bilbao: qui deve essere spesso, quindi non sarà stratificato; deve essere liscio; i giunti saranno puliti e l’edificio sarà compatto, come un aeroplano.
Allora entriamo???
Dentro il design d’interni è veramente una figata, il bianco delle pareti intonacate, il marrone del legno e il metallo delle ipe per la struttura hanno la magia di fondersi tra loro e diventare una superficie unica e liscia, bel illuminata.

Allora il tour con o senza guida costa 10 USD, quindi optiamo per la prima possibilità…anche qui sfoderiamo il nostro tesserino del poli e riusciamo ad avere un piccolo sconto, beh Apo sconto anziani, truciolo entra gratis perché fa pena con quei capelli ( nooo SCHERZO!!!).

Pima di entrare visita al bookshop, dove compro un gadget veramente cool, un cubetto con le immagini dell’auditorium sulle 6 face, più altre tre immagini che si possono comporre aprendo e ruotando le sei facce del cubo divise a loro volta da quattro cubetti ( che casino).


la nostra guida è una simpatica signora anziana, che è stata a Milano e conosce un po’ l’italia…
entriamo poi nei meandri del concert hall accompagnati da un tizio di colore identico all’ex manager di Tyson, che fa una battuta su di me mentre lo stavo filmando…..che simpa!!!
Cmq l’auditorium è veramente bello ed essenziale nelle linee, ci cono queste pareti che si piegano come delle vele al vento, tipiche dell’architettura di gehry…l’acustica è ottima, sia per i materiali utilizzati sia per i pannelli sul soffitto che sembrano dei tendoni appesi. L’organo a canne è un’opera d’arte, sembra essere uscito da un film di Tim Burton.

Il tour si conclude all’esterno, dove c’è la fontana a forma di rosa, a cui pier nn piace tanto, progettata tramite la TAC: tomografia assiale c(????). Praticamente hanno messo una rosa dentro la macchina che fa la Tac, e ne hanno ricavato una versione tridimensionale. Con CATIA poi sono stati fatti gli esecutivi da mandare agli stampi….

E’ ora di pranzo, la fame incomincia a farsi sentire, quindi ci dirigiamo verso un mercato al coperto che conosce Truciolo…spettacolo, ci sono tanti chioschi quante sono le cucine esistenti al mondo…italiano, cinese, indiano, giapponese, messicano, ecc…noi optiamo per un cinese e ci scassiamo un ONE ITEM COMBO ( troppo figo come si legge: UAN AITEM COMBO). Un sacco di roba da mangiare in un cestino di polistirolo: riso, gamberoni fritti, spaghetti di riso e verdurine…il tutto accompagnato da un sano bicchiere di acqua ghiacciata…In America l’acqua è gratuita nei ristoranti, chioschi ecc…rigorosamente servita ghiacciata…ma cè un problema…sa di CLORO…ma si fa l’abitudine, come all’aria condizionata….
Ok, bisogna digerire il nostro lauto pranzo, quindi passeggiata per downtown….becchiamo una troupe di un nn preciso telegiornale fare un servizio, e un’altra troupe che gira uno spot ….uau…c’è una modella di colore veramente carina che attraversa la strada …l’unica parte girata lì era quella, ma nello story board ( lo spot tradotto in fumetti) capiamo che si tratta di pubblicità per scarpe…
Prossima tappa un centro commerciale per cercare le card per le telefonate internazionali…nn le troviamo, ma in compenso ci facciamo un cappuccino al bar di un hotel super lussuoso che ha le camere a centinaia di metri di altezza e alle quali si arriva solo tramite quattro ascensori…che facciamo?? Ma ci andiamo subito sopra senza pensarci no??? Sono vetrate e vanno abbastanza veloci, arriviamo all’ultimo piano e fotografiamo downtown dall’alto…a metà grattacielo c’è una terrazza molto grande, con piscina e prato, in cui si sta svolgendo un party…andiamo anche lì da perfetti imbucati…c’è una specie di convegno di indiani ( nn d’america) e giovani svaccati sul prato…uno di loro suona una cornamusa, nn so cosa centri ma la suona bene…riusciamo a scroccare da bere, un filmato alla piscina e via…verso un altro giro con gli ascensori….
Da queste parti c’è un altro museo da visitare :
IL MOCA, realizzato da Arata Isozaki:


veramente nn è che siamo molto interessati alle opere esposte…infatti cè una mostra di Jean-Michel Basquiat artista contemporaneo di
Andy Warhol .


Una volta avevo visto in seconda serata su rete quattro un film dedicato a lui, veramente bello…il tipo è un ragazzo di colore con dei trucioli devastanti a cui Pier forse si è ispirato, strafatto di crack 24 ore su 24, in botta piena sempre, che fa delle opere ricalcando la cultura dei graffiti, della tradizione afro-americana, durante il periodo dell’avvento dell’hip-hop e dell’art bomb negli anni 80.

Passando davanti alla biglietteria una tipa addetta del museo mi avvicina e tutta contenta, credendo che io fossi spagnolo, mi regala l’entrata…allora io gli dico che arrivo dall’italia e che nn sono ispanico, ma lei sempre più contenta ci regala i biglietti anche per dag, pier e apo….vabbè…sarà che la mostra fa schifo e sbolognano i biglietti???mah…..
La mostra nn è un granchè, in compenso il museo è molto bello, è la prima volta che entro in un opera del maestro giapponese…il bookshop del museo poi è tra i migliori che abbiamo trovato, ci sono un bel po’ di libri di architettura all’avanguardia, tra cui il fottutissimo libricino sui modellini che ho ordinato su amazon e che nn era ancora arrivato…resisto e nn lo compro….


Ok, la giornata sta per finire, nn ci resta che cenare…che fame ragazzi…tutti in appartamento ad inaugurare la cucina con una bella spaghettata *arilla made in italy e un vinello acquistato da
ralph's , catena di negozi di alimentari della south california, molto cool perché molto accoglienti, arredi in legno e rifiniture color verde bottiglia, sarà che ricorda camera mia in italia ma a me piace molto lo stile…

Stay tuned!